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In parte l’argomento
è stato trattato alla pagina "Irrigatori";
questi strumenti infatti erano già delle siringhe più o meno
rudimentali ed erano usati per iniettare dei liquidi nelle cavità
naturali del corpo o per irrorare le piaghe con soluzioni disinfettanti;
in queste pagine vengono mostrate sopratutto le siringhe usate per introdurre
medicamenti per via intramuscolare od endovenosa; altri tipi di siringhe
sono pubblicati a fondo pagina, alla pagina
Ematologia-Trasfusioni e alla pagina
Aspiratori. Per chi volesse
approfondire l’argomento segnalo anche alcune pagine
dell'interessante libro di Plinio Schivardi del 1871: "La
medicazione ipodermica" ed alcuni siti
web ben documentati.
La siringa come noi
oggi la concepiamo è stata inventata quasi contemporaneamente verso il 1850
dallo scozzese Alexander Wood (1817 - 1884) che la usava per iniettare
sottocute della morfina in pazienti affetti da nevralgie croniche e dal
francese Charles Gabriel Pravaz (1791 - 1853) che invece si serviva di questo
strumento per introdurre del percloruro di ferro nelle sacche
aneurismatiche allo scopo di ridurle mediante la
coagulazione. |
Le prime siringhe erano metalliche e molto simili a degli irrigatori in miniatura (Fergusson), l'introduzione sottocutanea del liquido avveniva tramite un trocard;
la siringa di Pravaz era in vetro e l'avanzamento del pistone era regolato da un
sistema a vite: ruotando la farfalla si poteva dosare la quantità di liquido da
iniettare; il pistone era formato da
dischi di cuoio, sulla punta era avvitato un trocart. |
La siringa pubblicata è un raro
esemplare ingrandito di una delle prime siringhe di Pravaz in argento. (1850 - 60 ca.) |
Il costruttore francese di strumenti
chirurgici Frédéric Charrière (1803 -1876 ) interessato a questo
strumento, apportò alcune modifiche: il corpo della siringa
divenne smontabile, il pistone fu realizzato
oltre che con dischi di cuoio anche con midollo di sambuco o
rocchetti di cotone pressato ed infine
il trocart fu sostituito da un lungo e sottile cilindro cavo tagliato di sbieco sulla
punta, del tutto simile agli aghi moderni. |
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Seringue de Pravaz -
Injections dans le tissu cellulaire sous-cutané.
Interessante documento dell'epoca con
la descrizione della siringa di Pravaz e del suo utilizzo. Pubblico la
traduzione di alcuni passi del documento.
"Dopo alcune esitazioni, si
utilizzò, per praticare questo tipo di iniezione la siringa di Pravaz,
già conosciuta in chirurgia e in fisiologia sperimentale. Noi ne
riproduciamo l'immagine, cosa che ci eviterà una minuziosa descrizione
(fig.19). Si può notare che l'asse del pistone presenta una filettatura
tale che ad ogni mezzo giro (della farfalla) esce dal corpo della pompa
una goccia di liquido. Al trocart C ed alla sua cannula B è stata
aggiunta una seconda cannula D più sottile che penetra in quella del
trocart quando è messa in posizione e essa si avvita su se stessa e sul
corpo della pompa. noi abbiamo precisato precedentemente l'utilità di questa
doppia cannula.
Charrière poi Lűer hanno molto
semplificato la siringa di Pravaz. Lűer modificò l'asta filettata del
pistone con un'altra munita di un cursore a vite che bloccava la discesa
dove si desidera, essa è graduata in millimetri. Il corpo della pompa ha un
calibro tale che ogni millimetro corrisponde ad una goccia di liquido.
Inoltre il trocart e le 2 cannule della siringa di Pravaz sono state
sostituite da aghi tubolari in oro, d'argento o d'acciaio tagliati
a becco di flauto."
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Il raro ed interessante libro di
Plinio Schivardi pubblicato pochi anni dopo la prima inoculazione
ipodermica ( ..volgono appunto tredici anni in questo mese dacché la
prima inoculazione è stata eseguita da Alessandro Wood...) ci dà un
esatto quadro dell'evoluzione di questo tipo di terapia e dei relativi
strumenti. Il libro ci
informa che il
Dott.
Bartolomeo Guala Direttore dell'Ospedale di Brescia fu il primo in
Italia nell'ottobre del 1860 a praticare la medicazione ipodermica; ci
dà inoltre informazioni dettagliate sui vari tipi di siringhe
dell'epoca:
Pravaz, Luer,
Mathieu.
Curiosità:
a pagina 44 l'autore ci informa che per "l'operazione ipodermica" :
Nessun atto preliminare è assolutamente necessario. Non occorre nè
lavare la pelle se sporca; nè ungerla. Neppure occorre che l'ago venga
unto.
Pubblico più sotto alcune pagine del
libro.
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La Ditta Mathieu qualche tempo dopo
ha messo in commercio una siringa da 5 cc (in argento?) mantenendo il
sistema di avanzamento del pistone tramite la rotazione della farfalla e
modificando l'innesto dell'ago: nella siringa Charrière la
filettatura femmina era nell'ago, nella siringa Mathieu era nell'ugello
di uscita del liquido - 1870 ca. |
Un notevole miglioramento si ebbe con la modifica del sistema di avanzamento del pistone, questo era
ottenuto non più con l'avvitamento della farfalla ma con la
pressione di un dito sul
bottone terminale dell'asta filettata; la quantità di liquido da
iniettare era controllata da un fermo ad anello avvitato sull'asta del pistone stesso; queste siringhe mantennero
sempre il nome di Pravaz.
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La diffusione della sterilizzazione a
caldo creava però grossi problemi per l'integrità dei pistoni di
sambuco e di cuoio per cui questi vennero sostituiti con altri
di gomma o d'amianto pressato, vedi catalogo Guyot.
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Sono state costruite numerose
varianti della siringa di Pravaz, nella foto sopra è possibile
osservarne le differenze. La prima a sinistra è in gomma indurita (hard
rubber) le due successive sono in guttaperca seguono altre quatto in
metallo con differenti pistoni e per finire le due ultime con
appendici laterali. Quasi tutte hanno aghi in
platino e la loro datazione varia dal 1860 fino al 1900. |
Le siringhe di Pravaz erano spesso contenute in astucci che ne permettevano una facile trasporto.
Questi cofanetti contenevano oltre alla
siringa due o più aghi; sotto all'imbottitura del coperchio erano
alloggiati numerosi fili di acciaio che servivano per la pulizia interna
degli aghi.
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Astuccio 01
Siringa Pravaz multiuso con aghi ipodermici e trocart conici. 8,5 x 4,4 cm.
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Astuccio 2
Siringa di Pravaz della farmacia
Fatebenefratelli di Roma. 8,5 x 3,3 cm.
→
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←Astuccio 4
Siringa Pravaz in hard rubber,
gomma indurita; il pistone è un rocchetto di filo di cotone. 11,5 x 5
cm.
Astuccio 5 →
Siringa Pravaz in guttaperca.
8,2 x 3 cm.
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←Astuccio 6
Siringa Pravaz metallica.
7,5 x 3 cm.
Astuccio 7 →
Siringa Pravaz metallica. 9,5
x 3,5 cm.
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Astuccio 8
Siringa Pravaz in astuccio
metallico rivestito di similpelle. 8 x 3,5 cm. (Dono di Manuela Varini)
→
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←Astuccio 9
Siringa Pravaz metallica.
9,5 x 3,5 cm.
Astuccio 10 →
Siringa Pravaz in gomma
indurita. 8,3 x 3 cm.
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←Astuccio 11
Siringa Pravaz in gomma
indurita 8,5x 3 cm
Astuccio 12 →
Siringa Pravaz in
gomma indurita etichettata d'Errico
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Astuccio 13
Piccola siringa da 2cc in vetro e
metallo; il pistone, interamente metallico è guidato da una guarnizione
di sughero.→
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Malgrado i loro numerosi difetti le
siringhe tipo Pravaz sono state usate fino ai primi anni del 1900.
Contemporaneamente però verso il 1890, la ditta Lűer mise in commercio
una siringa completamente in vetro che gradualmente soppiantò il modello
Pravaz. (vedi sotto articolo di "Revue des Instruments de Médecine"
1895 - fonte BIUM) |
Una delle prime siringhe Lűer
con le scritte incise a mano. |
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"Trousse hypodermique d'urgence". Astuccio contenente la
siringa Lűer e una serie di farmaci per pronto soccorso. Questo
cofanetto era commercializzato
da R.Bougourd - Pharmacien de Première Classe - 16 Bd Ornano - Paris.
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Astuccio tascabile in alluminio
della ditta Randall & Becton di Boston - fine del 1800; è del tutto
simile a quello venduto dalla ditta Armstrong di Indianapolis (vedi
catalogo). Oltre ad una
siringa completamente metallica vi sono 2 aghi, un cilindro in alluminio
con dei fili di acciaio per la pulizia interna degli aghi e 2 contenitori di
"tablet vials" rispettivamente di Digitalin pure P.T e di Hyoscin
Hypobromate (scopolammina)
Tablet Vials
→
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I primi tentativi di introdurre dei
liquidi nelle cavità del corpo o nel sottocute erano fortemente
condizionati dalla difficoltà di trovare dei tubi cavi, robusti e di
piccole dimensioni; inizialmente furono usate delle penne di oca, si
passò poi alle cannule metalliche dapprima con i trocards e
successivamente, con il progredire della tecnologia, con dei sottili
tubicini metallici la cui punta era tagliata a becco di clarino. Gli aghi inizialmente erano avvitati
al corpo della siringa, solo verso il 1890 la ditta Lűer propose un
inserto conico che verrà poi adottato da tutti.
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I primi aghi erano costruiti con metalli nobili
perché si pensava che le infezioni fossero causate dall'ossidazione dei
metalli: sono stati perciò costruiti in oro, argento,
nichel ma sopratutto in platino; questi ultimi sono stati usati per
lungo tempo malgrado l'alto costo di questo metallo. |
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Alcuni aghi in platino iridio di
diverse lunghezze e dimensioni. Nel catalogo Drapier del 1911 vengono
proposti aghi in platino con una maggiorazione del 30% sul prezzo del listino a
causa del continuo aumento del costo del metallo.
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Evoluzione degli aghi ipodermici.
In
questa piccola rassegna sono mostrati diversi tipi di aghi, dai più
antichi fino ai più recenti. Tutti avevano l'innesto conico alla Luer ma
il calibro non era standardizzato e poneva dei
problemi di compatibilità tra le varie siringhe; si è dovuto
perciò ricorrere a degli adattatori (A). L'ultimo ago (B) in plastica ed
acciaio è recente ed è usato sulle moderne siringhe monouso. |
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Confezioni di aghi per siringhe in
vetro ormai obsolete dopo l'avvento delle siringhe monouso.
Tutti gli aghi sono in acciaio inox e
i coni sono spesso dorati.
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Per più di 50 anni le siringhe tutto
vetro hanno dominato il settore delle iniezioni ipodermiche.
Vi sono state alcune piccole modifiche
ma sostanzialmente tutte riportavano sul corpo la quantità in cc. di
liquido da iniettare, la marca della casa costruttrice o la pubblicità di
qualche farmaco. |
Le siringhe "Record" sono
caratterizzate dal pistone e dalle estremità in metallo; si sono diffuse
in tutta l'Europa ma sopratutto in Germania. |
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Siringa tipo Record per
anestesia odontoiatrica 1925 - 30 ca. I cataloghi sono
rispettivamente il Duffaud e il Rainal del 1930 |
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Siringa in vetro da 10 cc. per iniezioni endovenose
con cono disassato per evitare d' iniettare
eventuali bolle d'aria in vena.
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Carellata
di vecchie siringhe in vetro
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Dopo la seconda
guerra mondiale le siringhe in vetro sono state gradualmente abbandonate a
vantaggio delle siringhe monouso oggi universalmente utilizzate. La casa Becton Dickinson fu tra le prime produttrici di questo tipo di siringa.
La vecchia siringa pubblicata è contenuta in un astuccio plastico
sigillato ed è
stata prodotta dalla ditta Henke. |
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Classico bollitore per siringhe in
alluminio; il riscaldamento dell'acqua avveniva tramite un fornello a
gas o elettrico.
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Pericoloso bollitore elettrico
marcato Electro Boyler.
L'apparecchio veniva inserito alla linea elettrica a 110 o
220 volt; l'acqua della vaschetta era riscaldata per effetto Joule dagli elettrodi racchiusi nella gabbia in plastica. Se per inavvertenza l'utente apriva la
vaschetta senza aver prima disinserito la spina dalla rete, rischiava la
folgorazione. |
Piccolo bollitore
tascabile per aghi - Petite bouilloire médicale de poche pour
aiguilles Spesso la sterilizzazione veniva
praticata solo per gli aghi mentre il corpo della siringa era
riutilizzato senza essere bollito. |
Bollitore tascabile marcato:"Trousse
d'urgence d'hypodermie" prodotto probabilmente dalla ditta stessa
costruttrice del bollitore precedente; questo strumento permette la
sterilizzazione di una piccola siringa con il relativo ago. |
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Contenitore tascabile per la
sterilizzazione e il trasporto di due siringhe complete di accessori. Il
piccolo cilindro in alto nella scatola è l'equivalente di un
poggia-posate per la tavola infatti è un appoggio per evitare il
rotolamento della siringa e per sollevare l'ago dal piano d'appoggio. Laboratoires Fraisse - Paris.
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Dr. Busher's Automatic Injector
- Per vaccini o per insulina - Brevetto U.S.A. 1936
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E' uno strumento ad azione singola:
introduce automaticamente
l'ago nel sottocute. La pubblicazione sul catalogo Samo di Bologna è del
1940 ma il progetto deve essere molto anteriore perché sia la siringa
applicata all'apparecchio della collezione che quella pubblicata nel catalogo sono ancora del tipo Pravaz,
modello abbandonato già da molti anni.
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E' un'evoluzione dell'apparecchio
Lombardo; la parte anteriore del corpo è identica ma è stato aggiunto un
dispositivo posteriore che inietta automaticamente il liquido della
siringa dopo che l'ago è penetrato nel sottocute. |
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Siringhe uretrali in gomma rigida e
vetro tipo Dr. Janet - Immagine
tratta dal catalogo De La Croix - 1920 ca. |
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Siringa uretrale in metallo
ed osso tipo Janet - Catalogo Drapier |
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Siringa vescicale - uretrale senza pistone di
Bonneau. Catalogo Rainal
Frères - 1910 ca.
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Siringa di Braun con astuccio e
doppia cannula in ebonite |
Siringa di Braun in ebonite, corpo in
vetro e metallo dorato |
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Siringa di Braun metallica
sterilizzabile |
Siringa di Braun catalogo Guyot |
Queste antiche siringhe non
sterilizzabili erano usate sopratutto per la
fecondazione artificiale e raramente per terapia.
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Due siringhe di Braun più recenti
tipo "Record" di 2 e 5 cm/3 usate prevalentemente per terapia
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Siringa per lavaggi auricolari in
avorio, lunghezza 13,5 cm - fine 1700 inizi 1800. (vedi
anche Otorino)
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Le due siringhe auricolari
messe a confronto |
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Antica siringa per lavaggi auricolari
in osso, lunghezza 12 cm - fine 1700 inizi 1800 |
Molte siringhe non avevano una
specifica indicazione ma, cambiando l'ago, potevano essere usate in
circostanze diverse |
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Vedi dettagli alla pagina
"Vaccinazioni " Hypospray.
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